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Maschere di vetro
Per ben figurare,
nell’androne
che imbocca la vita,
ho messo uno specchio
che vedo io solo
ma per difetto
d’origine
vi scorgo soltanto
il naso e la bocca
d’un pilota di tram
entrato per caso
una notte di maggio
e mai più ritrovato.
Per questo sovente
esco senza camicia
e la cravatta storta
annodata sul collo
Essendo
di buona famiglia,
non provo imbarazzo
più di quando un mattino
uscii senza orologio
Una volta, di marzo,
scordai a casa le idee,
e rideva lo specchio
rideva di me
Fu un giorno radioso,
persino mia madre
telefonò dal suo bagno
finalmente felice
Il mondo quel giorno
m’accolse con grande
rispetto
Il decoro signori
il decoro è tutto!
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