Cammini barcollando
sulla strada senza asfalto
e con lo sguardo di chi sfiora il nulla
attonito divori la tua vita perduta
in una panchina fredda
o in un salone troppo grande
ove vagano le ombre e i fantasmi
di chi come te tiene le mani sospese
nell’attesa di una briciola di cuore,
sì, posso ascoltarti
ma un attimo, solo un attimo
poi i tuoi silenzi, i miei silenzi.
“ Ma sai cos’è il baratro?
Il mio nido con lei è stato travolto
gli amici andati
ora mi ritrovo solo nella fredda panchina,
c’è chi mi sfugge
chi lancia un sorriso beffardo,
“ È un vecchio un po’ pazzo” dicono
e forse la mia vita è il tempo
di una clessidra troppo veloce,
il baratro, sai cos’è il baratro?
le mani lontane
le mie illusioni pietre roventi
ed io che piango
io che raccolgo pane raccattato
e nessuno che giochi
nessuno che si fermi,
forse sono un vecchio troppo vecchio
e il mio vento è stato spezzato,
da tempo da troppo tempo
nessuno raccoglie la mia voce,
fermati ancora, fermati con me.”
Non posso proprio,
te l’ho detto, solo un attimo,
troppi pianti non possono mescolarsi,
guardami allo specchio
ti rivedi?
devo percorrere il mio cammino
tu l’hai già percorso
ed è lo stesso,
sì, ricorda, ricorda,
raccogli le foglie
le mie sono un po’ più in là,
e stanotte piangerò
per il tuo capo canuto,
domani inseguirò i tuoi amori
intraprenderò i tuoi viaggi impossibili
e tra qualche tempo
sarò su questa stessa panchina
a ricordare a chi mi sfiorerà
con le stesse mie parole di oggi,
“ Posso stare solo qualche attimo con te, vecchio”
mi verrà detto
“ non dirmi il tuo nome
ma affina la tua voce
e io ti ascolterò,
poi dovrò andare per riprendere il tuo percorso,
ricorda, vecchio, ricorda
ricorda.”