Io vorrei, quella del primo piano
per mano prenderla:
stenderla su niente
per sentire di più quello che immagino.
Non mi confonderei mai
tra umidi peli e gemiti
capezzoli che vedo e che non vedo
quasi ogni giorno
quando l'estate è giovane.
Le darei parlare parole senza senno
indicibili note per un altro orgasmo,
ma nostre.
Tra le giostre dell'eros
si metterà a cavallo
e i suoi occhi, neri come un corvo,
si chiuderanno piano
quando più giù, lontano,
un ennesimo fiume la travolge.