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La follia di Vivaldi

Dopo gli affanni quotidiani ci cospargiamo del balsamo del riposo
Nel giacilio scivoliamo nell'incoscienza
Come foglia cade dall'albero
Grati di immergerci nell’imitazione della morte.

Ed ecco siamo su bianca spiaggia desolata
E il temerario spirito umano ci spinge su giunchiglia
Nel placido mar
In cerca dell’ignoto.

Ecco che gli incoerenti febbricitanti pensieri della notte
Agitano i flutti marini
Rimpianti, amarezze cadono in acqua increspandola vieppiù
E onde perigliose mordono i fianchi del vascello
Il nero cielo della notte squarciato da spettrali bagliori
Finché ormai disperando della salvezza
Ci troviamo sulla bianca spiaggia delle lenzuola

L’illusione della sicurezza versa nel lago del nostro cuore
L’argentea polvere del raziocinio
Calmandone il battito impazzito
Rischiarando i nostri pensieri

Qualcosa si impossessa ancora della nostra mente
Siamo in corsa giù da ripide scale
Ad ogni piano soldi, fama, affetti
Ma la frenetica corsa ci fa disperdere tutta quanto abbiamo raccolto
E se pur ad ogni piano siamo più trafelati
Più laceri per le rovinose cadute
Una forza ci spinge a correre sempre più
Sulle gelide, crudeli scale
Verso l’oscuro precipizio che tutto inghiotte
Finché un dolore ci fa perdere i sensi e ci riporta
Nel bianco tepore delle lenzuola

Ecco si prepara un nuovo viaggio,
Su un treno che inizia lentamente la sua corsa senza ritorno
Mostrandoci paesaggi, paesi e città
In ognuno dei quali abbiamo conosciuto e amato
La corsa del treno si fa furiosa
Le ruote stridono sul metallo incandescente
e noi siamo crivellati da ricordi e sensazioni
che vorremmo afferrare, rivivere
ma il treno della vita è troppo rapido e impietoso
ci concede solo rapidi sguardi
un attimo di gioia
per poi strapparci tutto
lasciandoci soli
prigionieri in una gabbia di metallo

Apriamo gli occhi e vediamo nell’oscurità due occhi di brace
Sentiamo soffiare un vento infuocato
Che sfoglia la nostra pelle e la nostra carne
Divorandoci come cosa morta e secca
Polverizzandoci nel vento dell’eternità
Dove il nostro cuore
Dopo innumerevoli tumulti
Non è altro che cenere

 

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5 commenti:

  • Anonimo il 01/06/2010 22:29
    la maestria non si nasconde, mi piacerebbe tanto saper scrivere come te ma ahimè il talento è innato. chapeau
  • Anonimo il 06/01/2010 16:56
    Follia di Vivaldi... stupenda musica barocca per violini e cembalo... ho provato ad ascoltarla leggendo la tua poesia... certo mi sono avanzati un po' di minuti ma in effetti hai reso molto bene l'idea. La prima strofa è fantastica, Manuele... sai che ti dico... li c'è tutta la poesia, il resto è ben scritto ma lo puoi togliere. Mi spiego... lo puoi tenere per te e pubblicare solo la prima strofa. Se hai voglia di giocare mi autorizzi a pubblicarla a mio nome -purtroppo dovrei cambiare il bellissimo titolo- e vedrai quanti commenti positivi! Vabbè che non te ne può fregar di meno... era un gioco. potresti anche trovare un nuovo titolo... oppure scrivere a due mani, io metto un'altra strofa e voilà. Ciao
    P. S. com'è che ti piace questa musica, giovane come sei, ed io che sono vecchiotto ascolto ancora i Dire Straits ed i Creedence Clearwater Revivals? Anche Vivaldi però.
  • do ca il 13/05/2009 21:32
    maestria, intensa... un invito al viaggio: ogniuno ha il suo.
    Straordinaria
  • EKIPS _ il 06/07/2008 01:39
    Intensa e passionale! Davvero ben scritta. Complimenti.
    Un saluto.

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