Solo polvere e vento nella stazione deserta
di un paese di spicciola storia.
La biglietteria chiusa,
segreti paesani nella memoria,
e un capo stazione assonnato
aspettano un treno per il futuro.
Nella sala d'aspetto,
una donna consumata dal tempo
stringe il classico biglietto
serena e addormentata.
Un campanile rintocca le ore
e il vento, quel piccolo foglio le strappa
e dispettoso al sole lo invola.
Voglio farla felice,
e inseguo quel pezzo di carta
abbandonando le valige
tra i binari del treno
anche se qualcuno mi prende per matto
e mi vorrebbe a freno.
Riesco a prenderlo al volo,
e in un inchiostro consumato,
scolorito da lacrime bagnate...
"Tornerò domani" c'è scritto
fortemente sottolineato.
E il sollievo lavora nel cuore
per aver temuto di perdere il messaggio.
Quella donna sogna, e le sue mani
abbandonate al mio passaggio
sono ferme sulla gonna.
Svegliarla di colpo il cuore mi spezza,
mi chiedo chi torna per lei,
mentre il campanile rintocca le sei.
Faccio piano a rimetterle il foglio
e lentamente m'inchino,
ma lei la testa reclina,
e un gelo nel cuore fortemente mi piglia.
Quel volto delicato e sereno
immerso nel tempo
non può fare a meno di sognare,
ora che viaggia da sola.
E come un romanzo dalle pagine sbiadite
proprio ora che il vento è calmato
per sempre serena s'è addormentata.
Chissà da quanto aspettava,
o forse era lei che partiva.
Ma mentre faccio fatica a ingoiare saliva
lentamente alle mie spalle il treno arriva.