non hai nemmeno tolto la giacca
poche parole
tanti sguardi
poi le mani
il pavimento
mi hai baciato il labbro inferiore
in tutta la sua lunghezza
hai protetto la mia testa dagli spigoli
dal muro e dal frigorifero
hai scaldato il mio corpo
l'hai abbracciato tante volte
l'hai lasciato dormire
su di te
hai scelto questo modo per dirmi chi sei
mi porgevi il collo
come un gatto nero e cattivo
che si concede qualche istante
arrogante e arruffato
soffiavi ai miei morsi
ed eri un caldo richiamo
ti bagnavo quel collo
mi stofinavo contro la tua barba corta
mi accorgevo che mi guardavi baciarti
cercavi le mie parole
io non le curavo
volevo essere corpo in quel momento
mi hai leccato la faccia gli occhi l'anima
lasci un sapore amaro di maschio ferito
la pelle che scotta ha l'odore
della terra
della tue parole piene
rispetto a queste fatte di straccio
che eppure amo
e amo quel tornarci sopra
io e te
e non riesco a trovare l'errore
in due corpi che si ammorbidiscono insieme.