Su letto silvestre di nevi vestito,
d'ardenza gemente una scintilla
danza nell'aere sopito,
ché il sole ancor luce non stilla.
Come lento il risveglio di chi ha offesi
gli occhi dal primo chiarore,
lento così, nei secondi attesi,
il suo mutabile cader, in tanto candore.
Si veste l'alba neve di nero manto,
per il tepido foco nera signora diventa:
pochi secondi l'esistenza, effimero il vanto
di una vita pur splendente, ma mai lenta.
Il bianco si pinge d'argento,
ultimo sussulto di un piccolo sole,
nero carbone ormai spento,
inquieto presagio di un immobile cuore.