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Spasmi di Luce in Amore ai miei cari Nonni francesi

Mio nonno

Non so perché vi racconto queste cose

Era pazzo


Un folle d’amore

In famiglia

Siamo genetica mente pazzi


Mio padre è impazzito

Per le torture fasciste della guerra

Ma questa è un’altra storia


A carnevale mio nonno

Si vestiva da Donna

Ben truccata con rossetto

Andava dai vigili

Li baciava sulla bocca

A quei tempi si poteva fare


Cantavano gli Anni 1920 della belle epoque

Tutti a squarciagola ridevano


Il calendario di mio nonno era particolare


Lavorava i tre mesi invernali

Su questo c’è poco da dire

Non ci piove


A primavera spariva a Parigi

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2 commenti:

  • pietro luigi crasti visintini il 17/07/2008 05:36
    una poesia testimonianza familiare, una fotografia da custodire nell'album.
    Bello il riconoscimento della tua identità e della tua appartenenza familiare. Drammatico doveva essere quando vissuto... allegra e positiva la tua implicita accettazione ad un destino immutabile.
    Bravo.
  • Anonimo il 26/05/2008 20:26
    Me la son letta due volte per rifarmi di tutte le tue musiche che non capisco bene (anche niente a volte). Lo sai che anch'io avevo un nonno così che s'è mangiato non so quanti poderi. M'han raccontato che ogni qualche tempo si concedeva l'harem. Con una qualche scusa faceva chiudere per una sera la più bella casa di tolleranza della sua zona e s'improvvisava sceicco. Così me l'han raccontata, ma forse eran più veri i petali di tuo nonno. Cia Vincè. Ful

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