Faville di neve
danzano nell’aria
sospinte da vento lieve,
code di luce escono
da occhi fiocamente illuminati
mentre bocche assaggiano e
rigurgitano stagioni di vita
per le vie giacciono
serpenti di carta
ormai immobili dopo la festa.
Un vecchio pendola per la via
gravido di vita e malinconia,
rovista tra cumuli di cose gettate,
cerca il filo della sua esistenza,
trova nastri colorati
d’oro e d’argento,
rossi e di mille colori
ma tutti spezzati.
S’affaccia l’alba,
plumbeo è il cielo
gli occhi son spenti
le bocche son chiuse,
ancora immobili
i serpenti di carta,
il vecchio ormai sparito.
Con fili di tutti i colori
ha disegnato il sentiero
del suo ultimo cammino.
fin dove s’incontrano
gli anni passati.