Avviluppate le forme danzano.
Esagerate forbici di gambe.
Precipizi di vellutate trine
infrangono gli spacchi di taffettà.
Descrivon linee, cerchi ed ellissi
dal distonico ritmo ma, intrise,
anzi, essudanti di complicità.
Appaion dolorosamente tristi,
come figure a sé stanti gravi,
assenti nel proprio compiuto moto,
da ritagli di scolpita realtà.
Vorticano, indietreggiano mentre,
all’unisono cogli alti tacchi,
profusano note in spontaneità.