Scendon le gocce
d'una pioggia infinita,
cadon sull'erba
d'una valle fiorita.
Quei poveri fiori,
non ancora appassiti,
ossevano inerti
i destini smarriti.
Osservan la vita
che va e che viene,
tra mille paure
hanno perso la speme.
Ladre di sogni,
queste gocce violente,
distruggon chimere
e non lasciano niente.
Come i bambini
che sotto le bombe
vorrebber del cielo
sentire le trombe.
Vorrebbero ancor,
anche senza uno straccio,
stringer le madri
in un tenero abbaraccio.
Come i fiori,
anche questi bambini,
hanno perso speranze
nei loro destini.