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Guadalquivir

Talamo, ipotalamo.
Corteccia d'acero, apostata.
Felci azzurre, di cobalto.
Sbalzo aerostatico,
assuefatto, ma non troppo,
a consuetudini, insospettabili
al barrire dell'elefante,
mosca bianca, scenario arabeggiante,
africaneggiante, naturalizzante!
Ordinato al carattere
caleidoscopico, argilla asciutta,
"nouvelle vague" in odore.
Smantellante il mare
in cui sfocia menarca
salato rinfrescante.
Salvifica sembianza d'Andalusia!
Narcisista l'oceano
i flutti assaggia, raggiante:
la costernabile allegria del moto,
l'impeto d'assalto,
voluttuoso, picaresco,
scansafatiche da secoli, assapora
la salinità del tutto
come fosse "grand-maître"
del « restaurant » di turno.
La navigazione intanto
prosegue, non distratta.
L'uomo investe sacelli
e simulacri con la chiglia
il mozzo non sospetta,
alla corrente marina fa festa.
Avvista l'Atlantico in lontananza
peccato il destino sia già scritto!

 

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2 commenti:

  • Ezio Grieco il 16/03/2007 10:18
    Troppo bella e di sfavillante cultura per essere commentata.
    Un saluto
    Clezio
  • Ivan Iurato il 16/10/2006 11:59
    Impeto quasi futurista per questa tua, Giovanni.
    L'ho molto apprezzata, sopratutto per la solita, sfavillante cultura che trapela dal tuo verso.

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