I sonagli
Annunciarono
Come araldi impettiti
L’arrivo del serpente,
Strisciante, argenteo,
Con l’odore della terra
In bocca
E le spire
Fiduciose trappole…
Soffiò
Sulle candele
Sfoderando il sorriso calzante,
Biforcando congratulazioni
E ringraziamenti…
La testa si schiacciò poi
Al taglio della torta…
Aprendo il cofanetto di piombo,
Decretò la fine della festa…
Chi pensò a una borsetta,
Chi provò pena,
Mi pare fosse il coniglio,
Che timido e sincero,
Col pelo lucido e le orecchie tese,
S ’avvicinò all’ombra
Senz’ombra
E venne inghiottito
In un'unica parola…
Le tracce cancellarono se stesse
Nel timore che le scaglie scolorissero…
Vi fu il silenzio
Smanioso e febbrile,
Tagliente e spigoloso,
Lungo …
Assoluto …
Inavvertitamente
Al quinto rintocco di stagioni,
Il vetro brillò nell’occhio ancora acceso,
Il mare rovesciò generoso l’orizzonte,
I sonagli si sparsero per la stanza…
Il piombo fuse il chiuso
E rettile mutò pelle,
Perdendola
Definitivamente…