Mi è capitato prima di ammazzarmi
prima di gettarmi all’alba
dai solai dell’incoscienza
di guardare quei fottuti morti nello spirito
dei bassifondi.
Ognuno di quei fottuti morti tira la cintola di un altro
E pretende con lo sguardo che si svesta.
Ma dico io, cosa c’è di bello
nella gente,
nella folla della domenica mattina si va in pace
tutti fratelli e sorelle
a braccetto della moglie bastonata, piangendo il figlio morto,
o con l’amico ritrovato, o a giocare alle corse dei cavalli.
Amore, allegria, sollievi, ricordi e sangue tra i denti, congiuntivite negli occhi, fazzoletti sporchi…
Datemi un manuale di fisiologia,
che è tutto un calcolo di ioni e soluzioni:
scorgere le mammelle dalla maglia dell’amica
lavarsi via il seme dalle cosce al morire della notte
tirarsi su allo specchio le pieghe delle palpebre
È tutto un calcolo di ioni e di ormoni.
Adesso torno a casa ad iniettarmi sotto vena
un po’ di gioia liquida:
l’emozione va presa a piccole dosi;
la sera conto le lacrime col becher, poi le confronto ai sogni
che metto sul piatto.
Se il peso è lo stesso
spengo il neon e chiudo gli occhi.