username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Parlai soltando

Trè ne erano!
Ed una era lei.
Due amiche si guardarono ed i miei dubbi scomparvero.
C’era nebbia nella stanza, mentre la lei che accetai altri suoli calpestava.
Comparve la musica ed il telefono finì di squillare.
Il commesso finì di lavorare e lentamente si recava verso il cafè.
L’ipocrisia mi fece visita nel pomeriggio, mentre la sincerità partì per la Francia.
Un dubbio si risolse,
ma l’altro si fece più vivo.
Si bagnava il paese!
E se la porta non fosse stata chiusa l’orecchio non avrebbe ascoltato il parlare!
Ma gli sguardi erano importanti.
Mancò la luce e l’intenzione aumentò fino a farsi ascoltare.
Ci salutammo per rivederci tutti od in parte domani.
Mi recai al cafe e col commesso parlai,
parlai soltanto!
Stormi di uccelli in volo in difficili manovre non si scontrano, mentre pochi di noi in ampi spazi stiamo stretti e ci scontriamo.
Ma lui andava a casa non osservava tante cose!
Forse lui e la sua casa erano le cose più in armonia con lo spontaneo ruotare terrestre.

 

0
2 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

2 commenti:

  • Vincenzo Capitanucci il 11/08/2008 13:52
    La partenza della sincerità per la Francia... riaccese un'altro dubbio... quello dell'ipocrisia... ma la portanon era sta definitivamente chiusa... difficoltà intorno a questo commesso reo di non svegliarsi... nella difficoltà di vivere in spazi stretti...
    Ma lui non dirigeva le cose... viveva nella armonia della spontaneità...
    Bellissima...

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0