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Scivolando sui versi (Alla poesia e ai poeti)

Scartiamo un libro argentato di poesia
da vetrina, rubato in centro.
Tu leggi, un sopracciglio piegato
e sentimento assente come
un falso credente alla messa
io ascolto le stesse parole
col cuore di un ateo che si battezza.

Mi guardo dentro
con gli occhi della mente
e distolgo lo sguardo.
Poi ti urlo che manda avanti la vita
E la porta fin sulla croce
questa nube contratta che tu chiami invidia.

Invidia nera, dagli occhi sgranati
e lo sguardo sfocato,
invidia rossa, col sangue sui denti
e il fiato di bestia,
invidia cerea
sciolta nel biancore
dell’agonia lenta.

Poi esausta mi lasci
a scivolare sugli stessi versi
mai esauriti, come accade agli amori repressi.
All'inferno m'attende il cuore
e col piede malfermo
sorvolo i miei pianti e il tuo mondo
su palme inchiostrate di giganti.

 

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7 commenti:

  • Anonimo il 05/03/2010 17:37
    Ecco quando leggo cose del genere penso di non avere un minimo di talento!! È veramente bella e scritta benissimo... senza parole, davvero!!!
  • Solo Commenti il 23/07/2009 17:12
    Le due strofe centrali schiattano fra la prima e l'ultima, e l'ultimo verso celebra sontuose esequie.
  • Nicola Saracino il 09/01/2009 14:49
    Perbacco, qui c'è un poeta.
  • Maria Lupo il 16/08/2008 23:51
    Molto bella... va al cuore del problema, con immagini efficaci
  • Michele Storti il 08/07/2008 10:44
    V., devo ammettere che la tua presenza costante aspira anche gli aspiranti sognatori a scrivere qualcosa di nuovo e diverso...
    ... ma scrivere è un'impresa
    che ricomincia da capo
    ogni volta
    e tutti gli elogi,
    i sigari, le bottiglie
    di vino inviate
    in tuo onore
    non garantiscono
    come sarà la riga successiva...(Bukowski)
    Bye
  • Vincenzo Capitanucci il 08/07/2008 01:22
    Sorvolo i miei pianti... con ali gioiose... da Gigante... nera.. rossa... bianca... colori di una notte che si è incendiata... nella purezza dell'alba... wow... che libertà...

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