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sei bellissima (per Maria)

Bellissima: ridi oltre la siepe cristallina.
Dolente spesso è questa mia nota
ma te, ignota, t’avvicino e siedo.
Schiudi le mani a quel po’ di cibo
messo da parte di nascosto
e riposto nella tua sacca rammendata:
smagliata, forse, da canoni e parvenze
giochi di gioventù degli anni tuoi
gioghi di buoi su terra delle sciare
vorresti zavorrare con coriandoli
gettandoli in oceani conosciuti.
Il lupo che accarezzi ti comprende,
non si sorprende ché il suo silenzio imposto
picchia selvaggiamente il tuo parlare.
E sei bellissima
quando gli fai ammirare
una maglia leggera anche al colore
come se umano fosse.
Guarda i tuoi occhi e la tua bocca:
sai che non t’ama invano…
Adesso devi andare, sole nascosto
da un’innocente ed ignara nube.
Ti guarda dimesso e torna alla sua tana
per non spartire il suo eterno pianto.
Bellissima ti giri e t’allontani
e più pesanti le tue mani senti;
un pezzo d’oro in quel anulare,
prima dell’alba tornerà a cantare.
Negli inverni, nel letto o sul divano,
se la tempesta t’ha impedito il bosco,
lo penserai con la pavida ansia
mettendo una postilla a una poesia.
Tu, quella via, tanto la conosci;
sai che puoi scovarlo quando vuoi
ché è morte certa e anima randagia.
Dei tuoi sorrisi e dei suoi bocconi
adesso non potete farne a meno…
Nel sereno, danzerai con lui
bisbigliando di cose da venire,
di immense stupidate
acclamate dal volo dell’airone:
alla quinta stagione voi darete il nome.

 

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