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Nell'infinito che mi cancella

Tu che m’hai conosciuto
tra i frutti saporiti
e l’ombra degli sguardi
rapidi come il vento

Ora non provi pena
dei miei silenzi eterni
e dei pensieri persi
nell’olio del passato?

Tutto s’ammorba, e cresce
il suono dei coltelli
lungo le strade immobili
nere di fumo e pece

E se di questi giorni
restasse qualche traccia
vorrei che fosse il sogno
d’essere stato un uomo

che muore lentamente nel dubbio d’esser nato.

 

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2 commenti:

  • Anonimo il 30/10/2010 00:09
    si truggente è la parola esatta complimenti
  • B. S. il 07/08/2008 00:13
    Bellissima... struggente.

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