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gennaio 1977

Dopo tempo (alquanto)
abbandono
la ricerca del bello
e ritrovo nelle formule usuali la
nudità.
Ho tralasciato la forma.
Sono un giovane studente
che cerca un equilibrio.
Sono uno che legge e viene influenzato,
e mi lascio ubriacare dai poeti.
“Per parlare agli altri
bisogna essere come loro
oppure ingannarli”.

Ora la poesia è sincerità, ora è mistero,
ma non può scrivere versi chi non crede in niente.
Non si comunica ingenuamente
bisogna saper gridare
per convincere chi parla ad ascoltare
e sono tanti
imponenti
e tutti hanno parlato
con voce forte, con gli occhi chiusi,
e la mia voce flebile
ha balbettato sillabe
rozze e appena
per chi appresti spazientito
l’udito debole,
decifrabili.

 

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