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Trionfo e... condanna

Con vesti intrise di egoismo
con sandali chiodati di perché
arrivo nella tua Terra Santa.
Immane folla mi circonda.
Resisto, avanzo, mi fermo,
da mie lontananze d’ amore
mi raggiunge profumo noto
di Tua Presenza.
Alla fine dell’assolata via,
ti intravedo, Maestro di pace.
Avanzi cavalcando l’ umile
asinello e mi coinvolge grido
di folla festosa: “Osanna al Figlio
di Davide, benedetto colui che viene
nel nome del Signore”.
Ora uno sfolgorio di luce
mi investe, mi scuote, mi acceca,
mi turba, mi interroga.
Ma ecco il vocio si spegne
e improvviso vento di bufera
tetro mi percuote.
La folla, istigata dal potere,
da osannante diventa
inferocita e Ti condanna.
“A morte, a morte, sia crocifisso!
E ancora Ti vedo, sfigurato Dio.
Sulle Tue spalle poggia
il dolore del mondo:
l’infame commercio della droga,
il nero della guerra,
l’incendio doloso del bosco,
che ora piange cieco
dei suoi mille occhi verdi
e sa che l’ uomo ha ucciso
la speranza.

 

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2 commenti:

  • Vincenzo Capitanucci il 25/08/2008 11:46
    Una speranza uccisa per tra tre giorni.. dai mali del mondo... ma risorge trasfigurata.. in pura luce... Amore..

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