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on the road again

passeggio su cupo e duro suolo
già mille volte calpestato,
reso ancor più tetro ed opaco
da suole che incuranti negli anni
l'han deformato e sbriciolato.

in questi giorni dal cielo grigio
a Venezia
non serve vedere il cielo specchiato
nelle verdi maree...
si può scorgere anche nelle sue
esangui pietre.

gli occhi bassi e spenti
son smarriti
nel seguire
le nuvolose incisioni
che segnano questo suolo
incolore
come fossero crepe
di terreno arido e riarso.

forse per non vedere
basterebbe qualche
frase di circostanza
e qualche sorriso gettato qua e là...
come semi che non fioriranno.

pare catene d'avorio
mi leghino
a questo luogo incantato.

se scappassi anche io
forse
passerei la vita
a sognarti, Venezia.
come le stelle coperte:
luminose ed irraggiungibili.

esitazione.

la canzone che con dolcezza m’accompagna
porta la data 1968 ed anche mia madre
era troppo piccola per ricordarsela.

cosa c’è di dolce in questo quinto di secolo?
consapevolezza, che le mie pelli piano si sfalderanno
e la mia mente si logorerà?

basta una sola nuvola a regalare

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