Adagiato sul morbido tappeto del dolce far nulla,
mi arriva l'eco di lontani ricordi.
Gioie e dolori riaffiorano improvvisi dalle oscene oscurità del tempo.
Ci sono ferite che possiamo tamponare,
drogare con l'astuzia del presente,
ma che non guariranno mai.
Saranno sempre lì,
in agguato,
pronte a ricordarci chi siamo veramente.
È nel silenzio della solitudine,
nella quiete del riposo fisico e mentale,
che scopro realmente chi sono,
di quali mali soffro,
con quali sentimenti nutro il mio cuore.
È nel chiassoso cortile dei miei dubbi,
che scopro quanto piccola e debole è la mia vita,
quanto imperfetto e meschino è il mio esistere,
quanto difficile è il sapere di esserci.