A voler la realtà confutare le mie parole
ci mise il tempo di un giro completo del sole:
serbavo il segreto come rivo in un greto,
braci e cenere di un fuoco ormai cheto.
Un nome, un colore, una confessione
e il segreto vola via, ratto di qualunque opinione
della curiosità violenta della gente;
e quelle faci tutt'altro che spente
divampano di nuovo ardore,
emanano chiaro e limpido lucore.
Che mi resta di questa vampa novella,
detrito e scoria della caduta d'una stella
stupore tardo di un'epifania
impresso nella mite anima mia?
Gl'occhi sezionano tutt'intorno lo spazio,
la tua verità si sbozza come rosa topazio,
scavo nella nemesi della mia rivelazione
eri un sogno, un'illusione?
Il mio ricordo perde il nitore
del profilo, della forma, del pallore;
un supporto virtuale mi rende il tuo fantasma
e ancora ti cerco in questo marasma
ombra lieve che non lascia traccia
che al mondo intero ha voltato la faccia.
E il tuo silenzio è peso,
il mio orgoglio offeso,
il nostro destino sospeso.