Non c’è cosa più dolorosa del pianto di una madre che perde un figlio.
Si è soli come una scodella, ormai vuota, abbandonata ai piedi di un portone!
Un tempo dissetava cani randagi.
Fai luce come l’insegna di una pompa di benzina abbandonata!
Nasconde comunque le cosce di una prostituta!
Per natura, stupida dell’uomo, amiamo amplificare la nostra compassione verso i dolori altrui.
C’è noia come quella che si prova nel riallacciarsi ripetutamente le scarpe.
Veloce ed inaspettato è un lutto che può lacerare il cuore di un padre, che ormai, era morto da sempre.
Lo sdegno che si prova lì, al bar, quando si parla di amore eterno.
Ho delle amiche adultere che professano la maternità.
È stata adultera proprio ieri sullo stesso letto e con me!
Quel letto non crederà mai più alla maternità come dono.
Due mani si stringono nel ringraziarsi, ma subito dopo si sparlano e si dimenticano.
L’ennesima sigaretta fumata e buttata via, ma soltanto dopo aver ringraziato una prostituta e poi nel riaccenderne un’altra bestemmio alla vita, che per mia volontà, non avrei mai cercato!
Ed in fine la seconda scrivania è bella come quando nelle vene scorre tutto, ma tranne il sangue.