Sempre caro mi fu questo palazzo
ed ogni sua crepa; è la pietra
sulla quale divenni un dì ragazzo
ed ora che son pazzo, lì la cetra
di tufo suono nudo.
Sempre cara mi fu la via notturna
è, con passo di seta che conduce,
l’alcova dove stornare ogni paturna,
per poi nell’urna riporre la luce
di tufo suono nudo.
Di tufo suono nudo è la misura,
la pura voce atavica e l’orpello;
nel tufo imprime il verso lo scalpello.
E queste voci impresse dall’arsura,
impresse avrò sul marmo dell’avello,
ma oggi è ancora vita e mi arrovello.