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A far cicorie

Eccoli, la saggia economia dei movimenti vince la gravità,
sposta con leggerezza gli anchilosati corpi.
Movimenti ripetitivi di animali al pascolo, trascinano
logorate ossa cbe danzano piano.
La parsimonia di chi conosce quanto la corsa può lasciare rimpianto,
accompagna lieve il loro muoversi appena percettibile.
Gli occhi fissano con benevolenza il suolo,
che perde la sfida nella sua crudele immobilità.
Il coltello affonda nella superficie ancor fredda,
le mani incontrano il calore conosciuto della terra che riempie le rughe.
L'argilla si rifugia sotto le unghie ad incontrare la carne di chi l'ama.
Movimenti misurati ed antichi strappano sempiterne radici.
La vita ritorna, implacabile e generosa. Selvatica e puntuale,
offre il bramato sapore amaro di un altro anno di vita.
Certezza del dono del suolo, dialogo conosciuto e amorevole con la natura,
che bacerà ancora con disinteressata generosità le bocche arse dagli anni.

 

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6 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 15/02/2014 04:28
    Molto apprezzata.. complimenti.

6 commenti:

  • Andrea Contenti il 07/04/2010 15:29
    Scorrevole e interessante, cattura l'attenzione e ha una forte originalità, bel lavoro
  • Anonimo il 04/11/2009 10:31
    E'molto ritmica pur non avendo una metrica predefinita. E'difficile scrivere così senza risultare zoppicanti da un punto di vista melodico. E'un ottimo risultato. E poi, è sanguigna, viscerale. Mi piace.
  • Nicola Saracino il 04/10/2008 14:31
    Molto, molto bella... equilibrio temporale, classicità e l'audacia di un coltello che affonda nelle carni fredde della terra, a ricercare la conferma di una vita dal sapore un po' amaro. Che gradevole sorpresa... Brava Monica. Nicola
  • Adamo Musella il 30/09/2008 22:05
    Una vita lenta e distaccata, un treno di periferia che apre le porte e conduce noi tutti a quella metà abbandonata e ora tanto desiderata. Poesia mite dal sapore familiare e affine all'anima. Brava, brava Monica tanti :bacio:
  • Riccardo Brumana il 29/09/2008 23:02
    quando i soldi non ci basteranno più... scopriremo che in realtà ci facevano più male che bene.
    ricordo quando anche io andavo a fare cicorie con mia nonna... che buone che erano bollite e con tanto aceto.
    bella poesia, un viaggio nel tempo di cui ti ringrazio.

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