In equilibrio
su questa balaustra di stagioni
mi appoggio a vuoti d'aria,
barcollando sul ciglio
del'intatta gloria
della mia giovinezza.
E dove sono ora?
con gli occhi in bilico
tra il volare
ed il piangere,
queste lacrime concrete,
corporee,
che hanno tessuto guerriglie rabbiose
innescate da puerili pensieri.
Due occhi sempre in guardia
i miei,
puntati sul mondo
come canne di fucile,
pronti a sparare proiettili di luce;
sguardi che precipitano addosso
come una sassata.
Imparai troppo tardi
a fermarmi a guardare,
cominciando dal punto esatto
in cui gli occhi
non possono più vedere.
Ho ascoltato ragioni
in silenzio,
non placando l'ostinazione
che reclama la sua radice
in tutto ciò che m'appartiene.
Vent'anni!
Che sono poi vent'anni?
vent'anni sono tanti
vita mia...
migliaia di giorni
ore, minuti
contornati da attimi ingordi;
un'infinità di silenzi
ed un mare di parole
consolidati con la mia anima.
Vent'anni senza un volto
ma presenti sul mio viso.
Vent'anni senza una voce
ma trascorsi a cantare.
Vent'anni che dimorano
nelle immagini di bimba
e nel profumo
di caffellatte al mattino,
chiusi nelle mie mani
e sigillati sulla mia pelle.
E adesso?
Adesso ho i miei vent'anni
con i calli nel cuore
ed una scorza nell'anima
che comunque profuma d'arancio.