Con desideri di morte
nulla più vale dei terreni lidi
prepotente la realtà trionfa.
Il dolce tepor d’una giornata in fiore,
la carezza del sonno soppressor benigno,
la sinfonia dell’alba e dei tramonti,
e tutta la natura in festa
in vanità ritorna.
Disadorna diventa la ricchezza,
la carezza e le gesta della fama,
gli onori della gloria
si dissolvono in fumo.
Vanità al cospetto della morte
le pene della vecchia madre,
il meditar del padre,
le cure dei fratelli:
i sogni miei più belli,
tanto accarezzati
diventano nulla.
Anche il ricordo di fanciulla svanisce;
l’amore,
cristallo di rocca della nostra esistenza
cala il sipario,
il calendario finisce.
(1964)