Non mi arrampicherò più
fino al tuo ultimo cielo
Anima mia
per venire ad amarti
troppe volte sono precipitato
in rovinose cadute
le mani bruciate
dalla tua corda d’argento
Ti aspetterò
qui
senza muovermi
in silenzio
Fischiettando
Dovrai attraversare uno sterile deserto
Quel vuoto
divorante
devastante
ogni giorno
abitante
l’infame solitudine
dell'esistenziale
nelle nostre menti
dei nostri corpi affranti
Arriverai
trafelata
sudata
finalmente in una forma
umana
Sarò
lì in rosea rugiada
pronto ad abbracciarti
teneramente