La nebbia dovrebbe calare
E invece si dipana…
Lo stormo d’uccelli sacri
Risorge dalle sue ceneri…
Il vento simula un canto
Nel suo notturno
D’autunno
Migliore…
Scruti ancora
Con perizia e meticolosa calma
I miei colori cangianti,
Le mie sfumature di bosco…
L’odore del muschio e
Della terra bagnata
Sentiremo ancora
Mio Re...
Talvolta
Calchiamo residui
Di tizzoni ardenti,
Antiche piogge,
Relitti di stelle…
Ma poi il nostro sale diviene miele
Ascoltando la musica dei nostri pensieri…
Sedendoci a mirare i nostri doni
Fremiamo
E nel nostro intimo
Dirompiamo,
Come impazzite schegge
Innamorate
Dell’Incontenibile…
Le nostre mani
Palmo a palmo,
I nostri occhi
Abisso nell’abisso…
Tra poco l’alba…
Ti amo
Mio Re...
Tra poco le foglie
E il loro assordante
Cadere…
Stringimi a te…
Le nostre anime
Come
Frammenti lucenti,
Affacciate in cima
All’orlo del sempre…