Non mi ricordo bene cosa sia successo.
Non ne ero nelle condizioni.
C'era lei, più giovane di me.
Era come se la stessi salvando.
Forse lei salvava me.
La panchina era piena di scritte,
di numeri, codici verso il piacere.
Una bottiglia di plastica con del gin.
Un sorso a testa, si parlava.
Passavano le ore, ma stavo bene.
La gente andava avanti, noi eravamo li
bloccati con gusto verso la nostra salvezza.
Avevamo tante cose da dirci, sempre nuove.
Eravamo vivi, gli unici in quel parco.
Le giovani creature erano solo all'inizio della schiavitu',
avevano gia' un futuro scritto.
Noi siamo scappati dal loro lager.
Fingiamo di essere come loro, ma li prendiamo in giro.
Facciamo i furbi.
Compagnia ce la facevano gli alberi
maestosi e imponenti, ci proteggevano
Seduti sulla panchina, cercavamo di non soffrire...
di avera un'altra scelta.