Veste un abito reale
la cima di questo poggiolo
pulita dal respiro del cielo.
Bordure di merletti le punte
punti alti, punti bassi
precisi come ricami,
orme vermiglio sfumano in lontananza
abbracciate una all’altra
a formare una corona, sulla casa della pace.
Sul fondo il lago, silenzioso dorme
perduto nelle foschie.
Ramirar questo incanto
rompe ogni pensiero
s’anima un volo di farfalle
sbuffo quieto
immemore
dell’ingozzarsi violento dell’umanità.
Sotto alla morbida coperta
s’infila il sole, scende
la bianca saliva di dio
che scioglie, una nuvola gigliata
e un vecchio arazzo blu, scivola
sopra le spalle delle vette
come uno scialle prezioso
tessuto
dalle mani degli angeli.
E si sente, il russar del mondo.