Il mio corpo si muove,
si muove nello spazio temporale
di questo intervallo terreno.
In questa parentesi aperta,
aperta alle sensazioni dell’umano vivere,
si consumano piaceri e dispiaceri,
senza comprendere che è nel viaggio sottile
quello che ti porta in un'altra dimensione
che ti fa diventare ciò che adesso non sei.
In questa umana corsa,
dove tutto sembra alla fine di tutto terminare,
non ci si accorge che sono i limiti impostici ed autoimposti
ad impedirci di vedere il Vero,
per la paura di capire cosa c’è
oltre il confine dell’umano pensiero.
È nell’abbandonarsi al lieve o forte soffio del Vento,
frantumando la rete di protezione che dentro di noi abbiamo costruito,
che ci si può avvicinare al Sacro
Sacro che gli occhi non vedono
ma che il Cuore dall’origine in se ha.