Sul foglio v’è un’intensa luce.
Nessuna zona d’ombra,
ma incerti pensieri si fermano
sulla punta del mio pennello,
in cerca di uno sfondo amico.
Senza dubbio non bianco e,
in assoluto, non nero.
D’improvviso, quasi lo scatto d’un volo,
s’alzano liberi nell’aria che respiro.
È il terso cielo d’aprile,
una tela, che dall’alto,
ospitale,
attende ogni colore.
Nella rete del mio attimo,
li catturo!
Ed è con mente serena e
cuore commosso che dipingo
la vita a parole.
Con mano leggera e polso deciso,
istorio i miei versi;
brevi pensieri,
appena accennati,
proprio come fossero,
pennellate.
Idee di passaggio o attimi di estasi,
nuances di malinconie…
semplici pennellate!
Sulla mia tavolozza, s’insinua sempre
un raggio di sole che va a sciogliere
una lacrima di dolore.
È così che comincio a immaginare,
come un pittore e il suo pennello
che segue linee inesistenti
ma, lascia tracce visibili:
scivola dolcemente su una riva
per dare vita al fiume,
si bagna un po’ nell’acqua e poi
si ferma e, lo rimira.
Si tuffa senza senno nel verde
sol per veder nascere un prato.
E, continua quel suo andare,
dall’argine va a scalare i monti
fino a raggiunger la neve.
È così che i miei occhi
ed il mio cuore,
si fan setole incollate alla matita:
il mio pennello a vita.