Il quinto erede
Affisse il proclama fuori
Dalla sua ultima finestra,
I commensali non corrisposero nessuno sguardo
Così
Le parole si sciolsero alla prima pioggia
E la nebbia le confuse con la terra
Tornò il baratto
A confondere le menti
Nell’ingegno di un giocoliere esperto e democratico,
Che approvvigionò tutte le fiere
Dello spettacolo di mungitura
Lo spargimento di sogni
È graticola fiorente e più efficace
Di quella antica e spenta per streghe
Ormai in pensione
Dalla cicogna bianca
E dalle sue ginestre
Sento la fine far valere i suoi diritti,
La sento prendere possesso piano
Come solo lei sa fare,
La sento manipolarmi il fegato,
Renderlo cibo succulento
Per i prossimi "se"e "ma" di turno,
Per la mie ultime domande
Credi ancora in me?
Volo in fondo al mare
Dove il vento inietta il siero delle mie ghiandole superficiali,
Dove i miei passi
S’illudono ancora di planare
Per non accettare il fatto
Di non riuscire ad
Affogare…