Sopra i tetti delle case, nel lavoro,
dall’orizzonte nero sovrasta la tempesta
e posa il suo frastuono sulla siepe d’oro,
s’inchina il tiglio e poi, scuote la testa,
aspettando la quiete delle parole
che vola dalle labbra sulla lite,
calpestando le fiorite aiuole
ed i frutti dei filari della vite,
percosso il fiore cade ed’imbruttisce,
dentro il temporale quotidiano
l’esile pigolio del nido finisce …
e le lacrime, cadono nel vino!
Il tempo disperde la tua bellezza,
che un dì, di me, rapì il cuore,
ma resta nel ricordo la dolcezza
di ciò che sarà sempre, un grande amore.