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Un’arabesca di luce

Da quando sondo il sonno profondo del presente
perdo nel passato la mia Trebisonda

una barbara treccia bionda di futura memoria

dove ti porto ti accarezzo con le mie otto mani

il nibbio
attraversando
le sue nebbie
svolazzanti

accarezza in mille ghirigori fraterni
le tenere piume e una
addormentate nell’addome
di un adone

nel vellutato velluto venereo
d’ una araba felice di essere
la sua liberata terra di Fenicia

nell’alba tramontata
in sacra ara

nello stesso giorno d’un istantaneo solubile istante

 

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3 commenti:

  • Anonimo il 11/02/2009 13:28
    molto bella vin... bravo come sempre
  • Alessandro Cancian il 10/02/2009 09:09
    sempre troppo bravo! come mi sono "fraterni" quei ghirigori, com'è dolce e sublime la leggerezza del sonno di quella piuma... bravo!
  • Anna G. Mormina il 09/02/2009 20:37
    ... dove ti porto ti accarezzo con le mie otto mani...
    ... sondare il sonno del presente e perdere la "rotta" del passato ma, portando dolci carezze...
    ... bellissima!... un forte abbraccio!

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