Sopracciglia dolcemente
ricurve sul viso
diramano,
al pulsare delle tempie,
l’intimo grondante disgusto.
La voce
sommersa dalle parole
di inerme supplica
è già lacrima
nel tempio delle vergini
per l’insensata infamia..
Sconosciuto desiderio
naufraga mortalmente
nelle sensazioni svilite
dall’ imposto sfregio
che umilia la femminilità,
strappa la giovinezza,
sconvolge l’innocenza,
e degrada nel dolore
l’atteso amoroso pathos
dei gesti iniziatori..
È alibi per la violenza
addobbarsi di melliflui sorrisi…
il dopo è sopraffazione,
sfida di potere,
stramaledetto giogo
sulla fragilità indifesa…
Alibi vitale
è allora fremere, in ogni fibra,
d’odio e morte
per cacciare dalla pelle,
dai solchi della mente,
dalle membra strette a sé
ogni traccia di orrore,
ogni respiro invadente il proprio,
ogni gemito…
Impressa l’indelebile brama
di vendetta
che taciti l’infinito urlo angosciato
dell’anima
nel precipizio della violata intimità.