Nelle discese ripide di questi campi
impegno a stento i piedi
che scivolano leggeri e disattenti
su fasci di verde appena nato
e non si fermano che per l’attimo che serve agli occhi
per prender le misure giuste
e ai polmoni per il respiro forte
L’ingegno è nel gesto
delle braccia tese e del sorriso impavido
L’ultima piega delle ginocchia
l’ultimo flettersi per lo scatto
Ed ecco il volo nel vento fresco
il volo nella cascata d’aria
il tuffo
nella serena e dissipata valle
nell’incrocio di intemperie del tempo
nell’alternarsi delle stelle col sole
con la sensazione dell’ala
o della pinna
con il fruscio di foglie
e il tocco cristallino di nevi
o petali di cotone tra papaveri di seta
Con la mente in sordina
nel lancio della moneta
ho perso le scarpe
ed il mio cuore è l’orgoglio del mio petto
nel mio ventre il mio nome risuona
quello mortale
che la valle trasforma
nell’urlo di rapace….