Ho incontrato un visetto sbocciato da un ventaglio di lune,
ed ho cercato nei suoi occhi
i prati vergini della spontaneità.
Ho incrociato un fascio di temprati capelli di neve,
e ne ho respirato i racconti,
per trovarvi le querce della saggezza.
Ho scorto una barba deragliata da ordinati binari di vita,
coperta da un magnanimo cappotto di stelle,
e sono approdata al porto illuminato della comprensione.
Ho scrutato, dal caldo nido del cuore,
piedistalli addobbati di paroloni e lustrini,
ed ho continuato a sfidare
i miei ponti tibetani verso la laguna argento dell'Essere.
Ho attraversato deserti,
fra carovane di predoni con fame d'oro e tasche vuote di rispetto,
ed ho protetto con cespugli di spine
la mia oasi di pellegrini scalzi.
Mi sono imbattuta in un Angelo,
con lo sguardo come culla di luce,
ed il cuore come dolcezza in piena.
È stato allora che ho smarrito il capire
ma ho trovato l'amare.