Bellissima e scalza
il capo adorno di
ortiche e ranuncoli,
leggiadra t’han vista,
cantavi, l’antica nenia
che tua madre intonava,
quando tra le sue braccia
solevi addormentarti.
Quel ramo s’è spezzato,
caduta sei nelle gelide acque,
d’un sonno profondo, Ophelia.
Ricordi i miei versi
densi di dolcezza e profumo,
furono poca cosa,
quando poi aggiunsi:
“Non ti ho mai amata”.
Con che crudeltà mossi quelle parole,
mio non amore,
forse la mia indifferenza
fu causa della tua follia.
Ogni tramonto mi ricorda
come ti chiamavo,
e ora sto qui, a ricordarti.
Non amore mio.