Tu,
che mi hai preso una volta per mano insegnandomi a non aver più paura,
non aver paura.
Penso a te e soffro
nel saper che tu soffri.
Tu,
che tanto ho disprezzato per la tua saccenteria e cinismo,
sii nuovamente saccente e cinico,
ma forte,
per essere forte.
Non crollare dinanzi alla barriere che tu stesso ti sei costruito,
dinanzi a quei sogni che sempre hanno alimentato le tue speranze.
I tuoi occhi mi parlano,
ancora una volta.
Vorrei parlassero un linguaggio diverso,
perchè il saperti triste mi rende triste.