Immagini sovrapposte
a righe fitte di parole,
una spiaggia
e un contrabbasso
Ho assaporato l’assenza d’attrito dell’anima
contro l’altra
e la carezza
del dolore
della mancanza
di presenza
Qualcosa di strano
nel normale
e di così normale
nell’assurdo
Attendere
attendere sempre
un suono,
un profumo,
uno sguardo,
attendere
e non esser stanchi
fino a non respirare
più
Carezzando corolle
intimidite
con dita esperte
annuso l’aria come fosse un immenso fiore,
avvolgo in un panno
le mie idee di foglia,
mi distendo tra i miei segni ancora freschi
nell’abitudine di farlo da sola,
tamponando il ricordo dell’amaro sapore
delle notti senza sonno,
dei giorni senza cibo
E passo da quelle vetrine scure
disegnate a dovere da chi conosce l’attrattiva dell’occhio
e di come si inganna un’intera iride
con pochi colori
e non mi sento parte della merce in vendita
e non sono il denaro che la compra,
né il corpo che la indossa
E il mio petto stanco
dal respiro pesante
rimpiange i momenti
della buona novella,
di quando
salivo le scale bagnate di pioggia
e l’arte mi aspettava toccandosi i capelli
senza nient’altro che se stesso
E una camera profumata dal volo di un gabbiano
che planava silenzioso sui sospiri d’angelo
guardandoli dall’alto mischiare il blu il rosso
come fossero creature di fiaba
Solo una musica dolce
senza parole…