Non v’era la luna
ieri sera,
quando s’e fatto l’amore,
ma i tuoi occhi,
risplendenti di sospiri di stelle,
illuminavano la notte.
Era perfetto il tuo adamitico corpo,
come di statua greca antica,
esaltato nell’armonia
dai chiaroscuri notturni.
E tu, mio dolcissimo
di Partenope figlio,
m’apparivi come novello Adamo,
padrone assoluto
nel paradiso dei sensi,
mentre morivo tra le tua braccia,
morivo sulle tue labbra,
cingendo con ramoscelli d’ulivo
la pace, finalmente raggiunta,
nell’appagamento totale del corpo.