Mi guardo le mani,
bianche
quasi femminee,
non v’è segno alcuno di fatica
o disperazione,
le unghie ben curate,
crema anti age
morbide nell’accarezzare
fragili nel colpire,
ma chi mai dovrò colpire?
Non sono un becero…
becero operaio,
rissoso, violento, preoccupato,
io ho studiato!
A scuola di grafica moderna,
mio padre un po’ si è sacrificato,
un paio di lavori giornalieri,
molte notti il cameriere,
ma io,
io sono arrivato.
In qualsiasi locale voglio andare
son tranquillo, anche quando è ora di pagare,
con queste belle mani bianche,
firmo la fattura con orgoglio
l’orgoglio di non aver la mano d’operaio.
Con quei calli da fatica
rughe e segni di disperazione
tagli e macchie di lavoro
sono stato proprio bravo
a lasciar che quelle mani
se le fece mio papà.
Io son qui tutto pulito,
ogni giorno con riguardo
me le curo e non trascuro,
ogni tanto, in verità,
un pensiero velocissimo
mi attraversa come razzo:
non è che le mani sono belle
ed io sono un gran coglione,
conosciuto con quel nome
che d’insieme con la testa
puo far rima sol con razzo?