Un pianoforte accompagna il mio dolore,
con note basse segna il passato,
rimanda ai desideri indeboliti
fino a diventare un tintinnio lontano
che fa eco nella mente.
La luce va via
e quando tutto tace
alzo il volume,
delle viole ghiacciate e senza stelo
dall'alto lasciano la scia
cadendo sul palco
accompagnate da chicchi di grandine.
Violini maestosi insonorizzano e
offuscano la tua immagine, fredda.
Occhi psichedelici si illuminano nel buio,
favoriscono l'espressione del pensiero.
Vive impressioni, emozioni.
Urlare per condividerle,
senza essere ascoltate,
riesci solo a dargli più forza
per farle risuonare nel tuo animo,
sentendo il fremere interno
di arpe turchine
vaganti su sfondi scuri.
La platea è assente,
la mia poesia è reminiscente.