Passeggiando nel vuoto silenzioso di un circo
mi fermai al cospetto della tigre
fiera feroce che di fiera in fiera se ne va
nella sua gabbia dorata.
Le chiesi
hai sogni fiera feroce?
Ne avevo, ma sono scomparsi
sono rimasti tra la terra ed il cielo,
dove il sole e luna
dove Dio e l’uomo
vivono in sintonia.
Ma non sei felice fiera feroce?
Mi par di capire che di rimpianti son travestiti
i tuoi forti ruggiti.
Come posso essere felice?
Io sono nata nel vento,
destinata a liberare gli spiriti
degli animali che la natura richiama,
tu mi vedi qui in gabbia,
dove l’uomo ha incatenato i miei sogni.
No, non sono felice!
Eppure, continuai, ti vidi
fiera e feroce sulla pista del circo,
la frusta non ti faceva paura,
il domatore affrontavi,
se tu fossi riuscita ad uscire
il pubblico sarebbe fuggito al tuo cospetto.
È solo finzione quella che mostro,
non son nata per fare l’attrice,
in tutti quest’anni mi hanno insegnato
che se voglio mangiare
devo essere brava nel recitare.
Ma dei miei sogni, non hai proprio rispetto!
Le dissi adirato,
io ti vengo vedere per potere sognare...
... la sterminata savana,
gli infiniti orizzonti,
i rossi tramonti,
tu sei tutto questo per noi.
Mi guardò, con languido sguardo,
forse una piccola lacrima,
e poi disse tornando a dormire
scusami se ho ucciso i tuoi sogni.