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IL RE DEI PAGLIACCI

In un mondo distratto, "tarantolato" dove nessuno legge più di una mezza pagina formato A4 (per mancanza di tempo ed altro), dominato in ogni espressione dal "dio denaro", il poeta è il "vaso di coccio" di manzoniana memoria insieme a migliaia di vasi di ferro.
Le idee espresse "non rendono" economicamente, ed il poveretto, tra gli stenti, è costretto a cambiar mestiere per vivere.
Snobbato dagli editori e dai letterati più in vista, il poeta scrive nella convinzione di essere letto ed apprezzato, mentre, al contrario, scrive solo per se stesso, nella vana illusione di diventare un giorno famoso, nel mondo difficile, amaro e splendido (??) della letteratura...

Il poeta consumato
scrive versi a mozzafiato
sempre illuso, poverino,
d'esser letto dal vicino:
copia, incolla, "arrangia" il sito
egli è un re, un genio, un mito.

Ne vien fuori su due piè
uno strano non-so-ché
di parole-scarabocchio
combinando un bel pastrocchio.

Il poeta nel suo afflato
scuote il capo sconsolato
e la rima che non c'è
glissa invano, ma ahimé!

Il complotto è consumato
scorre il titolo al passato
clicca lì per quieto-vivere
tutto il merito a chi-non-sa-scrivere.

 

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2 commenti:

  • Riccardo Re il 05/03/2007 01:56
    A parte questo, ci vogliono novità.
    Aria fresca, cose che spiazzino davvero e che sappiano ridonare il gusto della meraviglia, che oggi non esiste quasi più.

    Ci si può provare!!

    E far vivere le parole oltre la carta.

    Anche se si legge troppo, troppo poco! Per pigrizia, non per mancanza di tempo.

    ciaoooo
  • DOMENICO DE MARENGHI il 03/10/2006 13:47
    È purtroppo l'amara realtà dei poeti...

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