Dispersa
come micron di particella
vagante l’universo
e spora di pianta di un oceano
imperscrutabile,
viaggio,
codice stellare,
senza coscienza di ciò che sono
Ardita escogito punti
nell’infinito
dove apporre spille di ore,
di sogni appesi come quadri,
nel quadro immenso di quest’immenso,
caotico
disegno
Sento l’avanzare decrescente
d’una aurora boreale
precedermi, come per intercessione,
al banco di meduse plananti
verso un lume tenue di faro,
tra le tormente di un cosmo
incomprensibile
Poi..
vedo allontanarsi piano
il sospiro lieve del mio ultimo gemello,
corpo sottile,
trasparenza planetaria,
parabola lieve
della mia polvere d'argento…