username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

La solitudine

Echi familiari;
Vampe accese, aghi sottili di dolori mai sopiti s’incuneano crudeli alle orecchie sanguinanti.

Parole lanciate con rabbia, rancore e speranza.

Disarmoniche frecciate d’ira,
dodecafoniche saette scagliate dall’arco tronfio d’un amore mai iniziato.

Portami lontano!

Questi suoni m’appaiono risi beffardi, maschere teatrali sbiadite d’una commedia che ha avuto ormai troppe stanche repliche.

Ma eccomi al limite, il confine dove non c’e’ oppio.

Il giorno ha sfinito le mie aride vallate di parole ed io mi ritrovo solo, disperso su verdi colline di muffe aspettando che aghi affilati trafiggano nuovamente la mia carne, troppo lungamente sopita da infami analgesici rosa.

Qui la solitudine è sete.

È un fiore che brucia eterno nel mio avido deserto d’illusioni.

O tempo asciutto e smagrito di miserie!
Concedimi i tuoi figli.
E se dai Secondi saprò trarre vantaggio, dammi in dono anche i Minuti in modo ch’io possa sottacere alle tue infamie tornando indietro.

Tornare indietro, si!

Indietro da questa solitudine senza dimora.
Indietro da questo vagabondare senza sosta.
Indietro.
Alla nascita.
Ed ancora oltre.
Nel buio.

Ma eccola di nuovo.
Cosa?
La solitudine.
È una spiaggia, è dove il mare sfiora la terra macerando alghe in decomposizione.

 

1
2 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

2 commenti:

  • Franca Maria Bagnoli il 14/10/2006 22:14
    In alcune parti un po' disarmonica
    ma le immagini rendono bene il sapore della solitudine.
  • Carlo Diana il 14/10/2006 20:54
    Dalla solitudine, un viaggio sofferto a ritroso verso l'origine, dove sembra nascere la vita. Nella solitudine.

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0